giovedì 12 aprile 2012

Sotto due Bandiere: Paolo Benedetti

di Vincenzo Paliotto

 Il calcio giocato per Paolo Benedetti, centrocampista di lungo corso negli Anni Ottanta e Novanta, è ormai un ricordo lontano. Conclusa la carriera agonistica nel ’97 nelle file del Pisa, l’ex-calciatore gestisce proprio nella città della torre pendente un centro di bellezza insieme alla moglie, lontano dal calcio e dalla tante prospettive o presunte tali che si presentano una volta appese le scarpette al chiodo. Nato a Pisa il 1° aprile del 1961, Benedetti trovò le sue prime fortune nelle vesti di calciatore nelle file della Lucchese, disputando un campionato di Serie C1 ed uno di Serie C2. Nel 1980 la sorprendente Pistoiese approdata in Serie A lo portò con un po’ di clamore nel campionato di massima divisione. L’allenatore degli arancioni Lido Vieri gli regalò una maglia da titolare il 21 settembre del 1980 nella gara interna contro l’Udinese. Arbitrava Lanese di Messina e con la matricola toscana giocavano anche Marcello Lippi, Mauro Bellugi ed un certo Luis Silvio Danuello, brasiliano che arrivò in Italia accompagnato da tante fantasie e leggende. Gli emissari della Pistoiese, con in testa l’allenatore in seconda Malavasi, si convinsero a portarlo in Italia, dopo una convincete prestazione del calciatore con la maglia del Ponte Preta contro il Comercial. Alcune leggende metropolitane, però, raccontano che il famoso manager brasiliano Juan Figer avesse convinto Ponte Preta e Comercial a mettersi d’accordo per consentire a Luis Silvio di fare bella figura in quella partita e al cospetto degli osservatori italiani. Il paulista finì per giocare pochissimo. Invece, non uscì più dalla squadra titolare Benedetti, che quel giorno siglò anche un gol, prima del pareggio nel finale di Acerbis.


 Paolo Benedetti risultò la rivelazione del campionato, con tanto di esordio nell’Under 21 il 10 ottobre del 1980 in Lussemburgo, ed il Napoli se ne assicurò le prestazioni, versando nelle casse della Pistoiese circa un miliardo di lire. Una cifra di non poco conto per un esordiente nel massimo campionato. Benedetti giocò in azzurro ben 27 partite, ma non convinse del tutto la tifoseria e la dirigenza napoletana. Il passaggio da un provinciale ad una grande squadra si fece sentire nel rendimento del calciatore. Il centrocampista toscano venne, quindi, ceduto al Genoa e passò successivamente all’Avellino, confermandosi comunque un giocatore di rendimento.

 Tuttavia, dal 1988 al 1993 raccolse le sue migliori soddisfazioni con la maglia del Lecce. Squadra in cui Benedetti affrontò la sua trasformazione del ruolo, passando da centrocampista a libero di sicuro affidamento. Con i salentini giocò ben 151 partite con 12 gol all’attivo, facendosi rispettare anche nel Campionato di Serie A.

 Concluse, quindi, la carriera senza troppo clamore nel Pisa, la squadra della sua città, che però non attraversava proprio un momento fortunato della sua storia. Dopo il suo ritiro dall’attività agonistica, paolo Benedetti ha chiuso in maniera definitiva il suo rapporto con il mondo del calcio.

2 commenti:

  1. Ricordo ancora la faccia impaurita di Luis Silvio Danuello in fondo a destra nell'ultimo posto riservato dalla Panini alla pagina della Pistoiese.
    Sul mitico straniero si racconta anche un'altra leggenda. Che i dirigenti pistoiesi chiesero se fosse una punta. E lui rispose "Ponta, sì" che in realtà vuol dire ala nel gergo brasileiro. E così un equivoco fu origine dell'acquisto

    dagli amici di calcioromantico

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  2. Ciao amici di calcioromantico,

    grazie per l'ulteriore dettaglio su questo calciatore. devo dire che provo sempre una certa emozione nel parlare del calcio degli Anni Ottanta

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