sabato 31 gennaio 2015

La doppietta di Gigi Meroni alla Fiorentina


di Vincenzo Paliotto (I giorni del Grifone, rubrica dedicata al club più antico d’Italia)

“Meroni Luigino fu triste il destino con te”, così cominciava una canzone degli Anni Sessanta, che purtroppo era costretta a ricordare Gigi Meroni, il grande calciatore italiano, scomparso in un incidente stradale beffardamente inventato dal destino. Ma Gigi Meroni, morto ad appena 24 anni il 15 ottobre del 1967, fu uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi. Dribblomane, giocava con i calzettoni sempre abbassati, era un‘anticonformista e difficilmente scendeva a qualche compromesso, anche nei confronti di quegli allenatori che volevano tenerlo fuori squadra, per i suoi capelli lunghi ed il suo atteggiamento quasi proclamato da quinto beatle. Ma Meroni era un idolo incontrastato delle folle e soprattutto di quella genoana nel biennio che andò dal 1962 al 1964, giocando in campionato 42 partite con 7 gol con la maglia del Grifone. Nell’estate del 1964 il Genoa lo cedette al Torino per la cifra stratosferica di 300 milioni, nonostante le proteste dei tifosi rossoblu che scesero in Piazza De Ferrari per scongiurarne l’addio. Ma fu tutto inutile. Nel frattempo, mentre il suo cartellino passava dal Genoa al Torino, l’allentore ligure Beniamino Santos stava tornando in tutta fretta dalla Spagna per impedirne la cessione. Ma fu tutto inutile, Santos perì in un incidente stardale. Un cattivo presagio.

 
Gigi Meroni era un calciatore di indiscutibili doti tecniche, ma anche di enormi doti umane. Sapeva farsi voler bene da tutti, anche in un mondo del calcio in cui spesso era difficile coesistere con il sistema ed i giochi di potere. Non amava molto le luci della ribalta e si innamorò della giovane Christiane, che lavorava al Luna Park di Genova. La famiglia la diede in sposa ad un noto produttore cinematografico, ma lui se la riprese grazie al suo enorme amore. Proprio per questo gli furono vietati i funerali canonici della Chiesa Cattolica, ma la gente, la sua gente, lo omaggiò con una folla ocenaica al suo ultimo saluto.

 Il 1° novembre del 1962 il Genoa ricevette al Ferraris la visita della Fiorentina e la squadra viola fu piegata prorpio da una prestazione straordinaria di Gigi Meroni, autore nell’occasione di una sontuosa doppietta. I gol dell’ala genoana arrivano al 18’ del primo tempo e dopo pochi minuti nella ripresa. Il marcatore diretto Castelletti impazzisce per tutto l’incontro, andando sulle tracce di un Meroni che non riuscirà mai del tutto ad inseguire. Hamrin accorcia le distanze per i gigliati, ma sarà tutto inutile. La stagione del Genoa sarà nobilitata dalla  classe di Meroni e dal record di imbattibilità di Mario Da Pozzo, fermatosi a 791’. Ma negli occhi della gente del Ferraris rimasero soprattutto le prodezze di quel funambolico giocatore che il Genoa aveva pescato con lungimiranza nel Como. Che calcio quello di Meroni, un calcio che purtroppo non tornerà più.

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