venerdì 19 aprile 2013

Il River Plate e la sua barrabravas


di Vincenzo Paliotto (tratto da Fan’s Magazine n. 280)

Ramòn Diaz, il profeta. Dopo un solo anno di purgatorio nella serie cadetta (non era mai capitato al club dei millionarios di scendere in Serie B in oltre 100 anni di storia), il River Plate è approdato felicemente e meritatamente nel massimo campionato e nel Torneo Final, quello che ha aperto al stagione agonistica del 2013, sta indossando i panni dell’assoluta protagonista. Il ritorno in panchina di Ramòn Diaz, che in Italia abbiamo conosciuto nelle vesti di puntero con le maglie di Napoli, Avellino, Fiorentina ed Inter, ha riacceso l’entusiasmo sopito dei tifosi del River, che finalmente possono ammirare una squadra che sta ritornando ai vertici del calcio nazionale. La banda è costretta a duellare con i non facilmente domabili Lanùs e Newell’s Old Boys  per la lotta per il titolo, ma alla fine potrebbe farcela.

 Los Borrachas del Tablòn. Fondato nel 1901 dalla fusione di due squadrette il Santa
Rosa e il Las Rosales, il River Plate contende al Boca Juniors il primato di squadra più amata d’Argentina. Se La Bombonera con la sua Doce sono famose in tutto il mondo, non da meno risulta essere la barra brava portante del River, che a partire dagli Anni Settanta si identifica sotto la sigla di Los Borrachas del Tablòn 14, consolidatasi maggiormente a partite dagli inizi degli Anni Novanta. La contrapposizione con i cugini del Boca Juniors è epocale ed esasperata in ogni suo aspetto. Quelli del River vantano di non aver accordi con le forze dell’ordine al loro arrivo allo stadio, così come invece accusano di fare a i tifosi del Boca. Una realtà a quanto pare sconfessata da un episodio che ha visto coinvolti i sostenitori del Platense, che anni fa rubarono un bandierone del River in un’auto posteggiato nel quartiere di Cabildo. Gli stessi tifosi del Platense furono poi costretti a restituire la stessa refurtiva in una perquisizione della polizia. Tuttavia, la tifoseria del River Plate è rispettata in tutta l’Argentina ed il Sud America e le forme di finanziamento del maggiore gruppo organizzato sono le medesime che si registrano tra quelli del Boca e le altre big del calcio argentino. La vendita dei biglietti, il merchandising e lo spaccio di droga costituiscono delle entrate corpose per i capi della barra brava della banda.

 Superclàsico. La tensione nei derby contro il Boca è sempre altissima e sarebbe peraltro inevitabile. Molti episodi nella storia hanno macchiato lo svolgimento di quello che viene definito il Superclàsico, il derby più importante di tutto il pianeta calcistico, a cui soltanto in parte riesce a fare concorrenza quello di Istanbul tra Galatasaray e Fenerbahce. Il 23 giugno del 1968 al Monumental nel corso di un River-Boca persero la vita 71 persone e 150 almeno ne risultarono gravemente ferite. Quel giorno passò tristemente alla storia come “la tragedia de la Puerta 12”, dal nome del settore in cui si registrarono le morti dei tifosi. Tra rimpalli vari tra le forze dell’ordine, i dirigenti dei club e gli stessi tifosi, le responsabilità dell’accaduto non sono mai state definitivamente accertate. Il 19 ottobre del 1983, invece, al termine di un derby giocato allo Josè Amaltifani, terreno neutrale del Velez Sarfield, (risolto peraltro a favore del Boca da un gol di Berta) Alberto Matute Taranto, il giovane jefe (il capo) della tifoseria del River Plate fu assassinato in seguito all’esplosione di una bomba molotov. Altri morti ed altri feriti ha comunque sempre registrato il Superclàsico e la rivalità supera anche in questo caso ogni lecita immaginazione. Ad esempio proprio i tifosi del River Plate hanno fatto ritirato dal loro club per sempre la maglia con il numero 12, in quanto ricordava troppo gli eterni rivali del River.

 Il tempio del Monumental. Il tempo dei sostenitori del River Plate è il maestoso Estadio Antonio Vespuci Liberti, capace di 64.000 posti ed intitolato al Presidente del club che ne caldeggiò fortemente la sua costruzione. Nel 1958 la Tribuna Colonia fu costruita con i soldi ricavati dalla cessione di Omar Sivori alla Juventus. Tuttavia, lo stadio è anche e forse maggiormente conosciuto come Monumental e terminato nella sua realizzazione intorno al 1978 con i soldi della dittatura militare di Videla. L’impianto, infatti, doveva essere terminato per farvi giocare la finale della Coppa del Mondo, che l’Argentina vinse con la compiacenza della stessa dittatura militare, della FIFA e di Henry Kissinger e della sua CIA. Al Monumental a consegnare la Coppa del Mondo al capitano Passarella, tra l’altro colonna dello stesso River Plate, c’era anche un certo Licio Gelli. Ma anche questa è un’altra storia, direbbe qualcuno.

 Il River comunque è il River e non provate a dire ai loro tifosi che sono meno famosi di quelli del Boca Juniors. A Buenos Aires la rivalità è estesa ad ogni sfaccettatura dell’emisfero calcistico. Il River Plate, ad ogni modo, sogna un ritorno ai vertici del calcio nazionale in grande stile, ovviamente supportato dalla sua immensa tifoseria.   

1 commento:

  1. tifo il river ma devo essere onesto in argentina e anche a buenos aires e piu' tifato il boca

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