sabato 21 gennaio 2012

Sotto due bandiere: Emanuele Calaiò

 Non sempre i nomi dei calciatori maggiormente amati dai tifosi sono quelli che ripercorrono i migliori tempi di gloria dei rispettivi club di appartenenza. Come nel caso di Emanuele Calaiò, sfrontato bomber di origini palermitane, che trovò gloria e fortuna in area di rigore nella sua militanza partenopea in un momento in cui il Napoli si doveva scrollare di dosso l’imbarazzante e difficile convivenza con la Serie C ed in cui una città intera cercava il riscatto dopo il fallimento di una società, che era stata tra le altre cose anche due volte Campione d’Italia e che aveva esaltato l’estro inarrivabile di Diego Armando Maradona.


 Calaiò si mise in luce nel piccolo Panormus e quindi reclutato da una cantera forte ed attenta come quella del Torino. Con i granata esordì in Serie A ed anche nella Under 21 e poi giocò tra non troppi sussulti nella Ternana e nel Messina, prima di esplodere con la maglia del Pescara in Serie B. Nel gennaio del 2005 fu acquistato dal Napoli, stabilendo una sintonia precoce e significativa con la squadra e con la città. L’attaccante siciliano trascinò il Napoli fino ad una drammatica finale dei play-off, persa in maniera beffarda di fronte all’Avellino. Tuttavia, nella stagione successiva Calaiò diventò per gli aficionados del San Paolo l’arciere, per il suo modo di esultare al cospetto delle due curve partenopeee, e con 18 centri personali guidò il Napoli alla risalita nel purgatorio della cadetteria. L’arciere diventò l’arma infallibile del Napoli e del suo condottiero Reja e con altri 14 gol il puntero palermitano garantì al Napoli l’approdo in Serie A dopo infinite peripezie. Nel massimo campionato, però, Calaiò non riuscì ad incidere come aveva fatto fino a quel momento. Reja lo impiegò a singhiozzò nonostante i tifosi lo invocassero a gran voce e l’arciere si rivelò un bomber improvvisamente dalle polveri bagnate. Si esaltò in una sola occasione, il 24 febbraio del 2008 siglando all’Ardenza di Livorno una doppietta che permise agli azzurri di espugnare il campo dei labronici. Troppo poco per rilanciare le proprie quotazioni personali in un Napoli che si proiettava con entusiasmo verso l’Europa.

 Il 1° luglio del 2008 venne, infatti, ceduto in comproprietà al Siena, dopo 40 indimenticabili gol in maglia azzurra. Tuttavia, la Toscana bianconera si sarebbe rivelata prolifica per il cannoniere palermitano e con i senesi Calaiò rispolvera la sua confidenza con il fondo della rete, confermandosi attaccante pericoloso anche alla corte del meticoloso Sannino. Anche se a Napoli non hanno mai dimenticato quel cannoniere che con il suo sinistro ed il suo calibrato colpo di testa trascinò la squadra nel suo sofferto ritorno in Serie A.

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